Il titolo della tesi ” L’utopia della realtà: la città della piana”, allude all’idea di interpretare lo spazio fisico e il suo orizzonte figurativo come appartenenti ad un duplice teatro: quello della realtà costruita, il relazionarsi e confrontarsi con un frammento di territorio esistente, l’area della piana di gioia tauro e quello di una realtà immaginata, una proposta di assetto insediativo ideale ai fini di una rigenerazione dell’immagine del territorio stesso.
La parola stessa utopia, ("non-luogo", dal greco οὐ ("non") e τόπος ("luogo")) , usa l’immaginazione come luogo dei concetti, per descrivere un mondo ideale dalle caratteristiche positive da contrapporre a una realtà che, viceversa, è giudicata negativamente. L’intento è stato quello di attuare una sovrapposizione ed intersezione dei due paesaggi, tra lo spazio concreto del territorio e della città e lo spazio desiderato dell’invenzione architettonica e urbana e di portare nel progetto un ideale di equilibrio e di bellezza, di luogo dove si possa vivere armonicamente.